Destinatari ed Accesso

diretti
  • Donne, singole o con figli minori, vittime di violenza di genere.
indiretti
  • Famiglie
  • Centri Anti-Violenza
  • Servizi, Enti, Istituzioni del territorio

Vengono ospitate anche donne extracomunitarie, purché siano munite del permesso di soggiorno sanitario o lavorativo.

Tutte le ospiti della Casa sono coinvolte direttamente nell’intervento proposto, attraverso la condivisione e la partecipazione attiva, condizione indispensabile per poter costruire un progetto valido e costruttivo.

Modalità di accesso alla struttura

L’accoglienza nella casa rifugio può avvenire tramite due modalità:

ordinaria oppure in emergenza.

L’inserimento può seguire una richiesta personale oppure un invio attraverso Enti ed Istituzioni che segnalano la condizione di pericolo per la donna e/o i figli minori. Non è indispensabile per l’accesso alla casa rifugio che la donna abbia sporto denuncia all’Autorità competente, in quanto sarà la donna stessa a maturare la scelta di denunciare o meno il maltrattante, attraverso anche un affiancamento della consulente legale di riferimento nell’equipe.

Per entrambe le circostanze, si prevede consenso formale del Servizio Sociale del Comune di provenienza della donna, che garantisca l’intervento anche da un punto di vista amministrativo.

Criteri di non idoneità per l’ospitalità nella Casa sono:

  • la presenza di una diagnosi di tossicodipendenza, di alcolismo, di gravi e conclamate patologie psichiatriche;
  • l’esistenza di provvedimenti restrittivi della libertà, da scontare a domicilio;
  • situazioni di difficoltà unicamente riferibili a condizioni di ordine sociale, economico, o di emergenza abitativa;
  • potenziale incompatibilità con il gruppo di ospiti già presenti in C

Laccoglienza in Casa può avvenire attraverso:

  • trasferimento di chiamata del servizio accoglienza 1522
  • servizi sociali professionali degli Enti locali, delle Forze dell’Ordine, dei presidi sanitari

La permanenza in Casa della donna e degli eventuali figli minori viene stimata all’atto della definizione del progetto di accoglienza, mediamente per un periodo massimo di sei mesi, eventualmente prorogabili.

Il percorso di accoglienza si articola in cinque momenti:

  1. La Casa, tramite la Responsabile, chiede la relazione socio ambientale ed eventuale delibera dell’ Ente che segnala il caso.
  2. Incontra la donna, accompagnata possibilmente dall’ Assistente Sociale o da un familiare, per una prima conoscenz
  3. Riferisce all’équipe operativa della Casa i particolari assunti nell’incontro, al fine di valutare insieme se la struttura è in grado di rispondere ai bisogni della donna e dei suoi figli.
  4. La Responsabile, solo a questo punto, decide se ammettere o meno la donna .
  5. L’Ente inviante, dopo aver ricevuto la comunicazione di accettazione da parte della Casa, provvede ad accompagnare la donna e a consegnare tutta la documentazione utile.

 Inserimenti in emergenza

È prevista l’accoglienza della donna in emergenza, con una durata massima di 5 giorni; è garantita la reperibilità della coordinatrice o di una sua sostituta.

Previo accordo con la donna vengono informati i Servizi Sociali di riferimento a mezzo fax nell’arco delle 24 ore (in caso di figli minori si informa anche la Procura presso il Tribunale per i Minorenni) e viene richiesto un incontro di valutazione con gli stessi.

Un’accoglienza in pronto intervento può dare luogo ad un inserimento ordinario.

Fase d’inserimento

L’accoglienza avviene di norma mediante contatto diretto del Servizio Sociale inviante con la responsabile della Casa; si procede con la presentazione della situazione di violenza, con la individuazione di tutti i servizi e risorse coinvolte, e con la formulazione delle linee guida del progetto che si intende portare avanti.

Gli ingressi in pronto intervento non necessitano della presentazione del caso né della trasmissione di particolare documentazione, la quale potrà avvenire in un secondo tempo.

Prima dell’ingresso effettivo la donna incontra l’operatrice referente della casa rifugio. Durante il colloquio, oltre ad esaminare le esigenze particolari della donna, le si descrive la situazione abitativa che incontrerà, si legge e si discute insieme il regolamento della casa, dando la massima importanza alle norme riguardanti la segretezza ed il rispetto, la sicurezza, l’incolumità personale delle donne accolte e di quelle che verranno successivamente ospitate. Viene inoltre definito, in rapporto al percorso individuale, il periodo di permanenza nella misura  massima di sei mesi, eventualmente prorogabili.

All’interessata viene consegnata una copia del regolamento interno della Casa, che descrive il funzionamento e l’organizzazione delle attività quotidiane, oltre alle regole di convivenza. Il regolamento viene firmato per accettazione e conservato presso la struttura insieme alla documentazione.

La Casa rifugio garantisce l’ospitalità durante tutto l’anno, 24 ore su 24, in modo da fornire un supporto rispondente alle concrete esigenze dell’utenza.

La vita all’interno della Casa è autogestita dalle donne che vi abitano. Ognuna continua la propria attività lavorativa e si occupa dei propri figli.

Anche dopo l’ingresso nella casa continuano con l’operatrice referente i colloqui individuali, con frequenza settimanale o più ravvicinati a seconda della necessità di ognuna.