Progetto “Liberare la Pena: percorsi di condivisione dell’esecuzione penale”.

Ad aprile 2016 è giunto al termine un percorso sperimentale ed innovativo di rieducazione al reinserimento sociale, tenutosi per più di un anno presso la casa circondariale di Ariano Irpino, in provincia di Avellino. L’intervento è stato rivolto a detenuti consumatori di sostanze psicotrope, tossicodipendenti e articolo 21 grazie alla disponibilità del dr. Giancarlo Marcello, direttore dell’istituto penitenziario.

L’azione è stata cofinanziata da Fondazione Con Il Sud e gestita dal dott. Franco Lo Priore, Responsabile Terapeutico della “La Casa sulla Roccia”.

Nel progetto sono state prese in carico più di 60 persone che hanno potuto mettersi in gioco senza bisogno di utilizzare maschere e meccanismi difensivi: unico elemento di esclusione, dalla terapia di gruppo, è stata la presenza di una psicopatologia.

Durante l’attività di counselling individuale e di gruppo di self-help, i destinatari dell’intervento si sono concessi uno spazio di libertà e di apertura espressiva ed emozionale. Il setting è divenuto luogo del contenimento, del sostegno, dell’indirizzo e lo scambio relazionale si è sostituito ai finti rapporti ed ai falsi dialoghi che avvengono nelle celle, nei corridoi, “all’aria aperta”.

Le loro riflessioni hanno inciso positivamente sul percorso di crescita individuale, potenziando capacità esistenti e offrendo la scoperta di altre nuove. Inoltre, hanno inseguito obiettivi specifici per migliorare la propria qualità di vita: alcuni di loro sono stati inseriti in progetti lavorativi, altri avviati verso percorsi di comunità terapeutica, clinici e strutturati.

Il progetto ha previsto anche un’attività extramuraria di prevenzione ed educazione alla legalità, rivolta agli studenti dell’Istituto Superiore “Ruggero II” di Ariano Irpino. Il dirigente scolastico Francesco Caloia, sensibile alla tematica, presso la sua struttura scolastica ha offerto uno spazio destinato all’incontro, confronto e riflessione sulle forme di difficoltà e disagio giovanile. La giornata formativa si è rilevata indispensabile per studenti adolescenti che cercano la propria identità, percorrendo strade borderline di relazioni significative e comportamenti a rischio devianza.

Il lavoro terapeutico, svolto nell’istituto penitenziario, ha permesso anche una raccolta dati e conseguente pubblicazione a cura del dott. Lo Priore, elaborata presso  “La Casa sulla Roccia” e consegnata a tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione del progetto.

Questa esperienza rieducativa ha restituito e restituirà al territorio persone nuove, maggiormente consapevoli e responsabili. Inoltre, ha confermato che l’interesse per il prossimo e le buone pratiche sono un binomio indispensabile per l’efficacia degli interventi terapeutici.